1. La vallata Santa Domenica: nel cuore di Ragusa si snoda un percorso affascinante, un polmone verde in cui fare una piacevole passeggiata.Si possono osservare le tombe a grotticella artificiale di epoca preistorica per scoprire la nostra storia più antica. Ma non solo: la vallata fu sfruttata dopo il terremoto del 1693 per cavare la pietra utile alla ricostruzione come mostrano le splendide latomie ricavate in negativo al di sotto della città attuale. E ancora: mulini, stalle, terrazzamenti e giardini ci raccontano della recentissima vitalità di questa vallata che fino agli inizia del 900 era l’abituale via di comunicazione tra Ragusa Ibla e Ragusa Superiore.
2. La grotta delle Trabacche: a qualche km da Ragusa non perdetevi la grotta delle Trabacche, l’ipogeo che conserva due splendidi teguria, tombe a baldacchino risparmiate nella roccia calcarea.
3. Cava Ispica: dopo la visita all’area archeologica, non potete mancare di raggiungere il cosiddetto Castello Sicano, abitazione trogloditica su più piani, che fino agli anni ’50 era vissuta da agricoltori e “pirriaturi” (minatori) per poi visitare la vicinissima e straordinaria necropoli di Calicantone, che è stata oggetto della mia tesi di specializzazione. Oltre un centinaio di tombe furono scavate nelle balze del costone roccioso circa 4000 anni fa (Età del Bronzo Antico Siciliano 2200-1450 a.C.) e oggi costituiscono una delle necropoli più grandi tra quelle disseminate lungo la Cava Ispica.
Da archeologa, scavare e studiare le tombe di questo luogo è stato davvero emozionante ma vi assicuro che, anche solo da semplici visitatori, non lo dimenticherete facilmente per il suo silenzio, i suoi profumi e per la vista della cava che da qui è mozzafiato!
4. Chiesa di San Nicolò Inferiore (Modica): se siete nel bel mezzo di un trekking urbano a Modica, non potete perdervi questo gioiello a due passi dalla Chiesa Madre di San Pietro! Nascosta dall’intonaco che ricopriva le pareti di un garage, fu scoperta solo pochi anni fa. Sulle pareti di questa chiesetta scavata nella tenera roccia calcarea si conserva uno splendido apparato iconografico in stile bizantino. Santi con nimbo color ambra affiancano in posizione ieratica il Cristo Pantokrator, che fu dipinto nella cupola dell’abside imitando i più grandiosi esempi delle cattedrali arabo-normanne del palermitano.
Non vi resta che cominciare da uno di questi luoghi per comprendere la lunga tradizione dell’intaglio della pietra che raggiungerà il suo culmine nel nostro tardo-barocco, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, quando abili scalpellini saranno chiamati a decorare le nuove città con stupefacenti ricami di pietra e faranno guadagnare ai nostri centri il titolo di “giardini di pietra”.
Giuliana