Tra Camarina e Chiaramonte

La fertile pianura tra i fiumi Ippari e Dirillo, chiamata dai Romani “plaga mesopotamium”, ha giocato un ruolo essenziale nei processi insediativi ed economici di quest’area ai piedi dei Monti Iblei. Occupata dai Greci di Camarina sulla costa e circondata dagli abitati indigeni dell’interno, questa regione sviluppò subito una naturale vocazione agricola, diventando in età romana sede di una vivace attività vitivinicola. Il sorgere di Chiaramonte Gulfi e Comiso nel periodo medievale e di Vittoria nel 1607 portò a uno sfruttamento intensivo di queste terre che, spinto maggiormente dalle nobili famiglie locali, fece sì che queste dotassero i loro centri di pregevoli opere d’arte e architettura. Ricostruite quasi per intero dopo il terremoto del 1693, Chiaramonte, Comiso e Vittoria, pur non vantando lo stesso patrimonio tardo barocco delle vicine città Unesco, rappresentano comunque una meta imperdibile per i viaggiatori più curiosi.