A partire dall’epoca rinascimentale, ma soprattutto nel periodo barocco e tardo barocco, le famiglie nobili di tutta l’isola donano alle sante e ai santi a cui si votano gioielli di squisita fattura e dal valore mistico oltre che economico.
Ogni pietra è un messaggio, ogni metallo una morsa eterna che enfatizza la bellezza della gemma a cui è avvinto. Tra tutte le miriadi di combinazioni con smalti e pietre, una fra tutte è protagonista: il corallo.
Nato dalla testa recisa di Medusa, secondo la mitologia greca, facilmente associato al sangue versato da Cristo, nel credo cristiano, è onnipresente nei maggiori tesori della Sicilia, soprattutto nel Trapanese, la cui pesca costituiva un’immensa risorsa economica.
Nel Santuario della Madonna di Trapani, è esposta una splendida collezione di preziosi in cui il corallo è affiancato da altri monili che raccontano la gloriosa storia dell’oreficeria siciliana, arte antica promossa già nel XII secolo nel “tiraz” del palazzo reale di Palermo.
L’itinerario proposto offre l’occasione di visitare la città di Trapani, con il Museo Pepoli e visitare un laboratorio in cui si offrirà l’opportunità di osservare le tecniche di lavorazione del corallo che ancora oggi sono praticate.